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Pray (BI) – Il Lanificio Zignone, la “Fabbrica della ruota”

Pray (BI) – Il Lanificio Zignone, la “Fabbrica della ruota”

La fabbrica della ruota

L’ex lanificio Zignone di Pray Biellese, meglio conosciuto come la “Fabbrica della ruota”, fu stato edificato attorno al 1878, quando la ditta “Zignone Pietro e fratelli”, operante a Trivero in frazione Cereie, decise di seguire l’esempio di altre famiglie di piccoli imprenditori triveresi che negli anni precedenti erano scesi a valle e di costruire un nuovo opificio lungo il corso del torrente Ponzone, in territorio del comune di Flecchia. Nello stesso anno gli Zignone presentarono una domanda “per poter derivare una condotta d’acqua dal torrente Ponzone per uso di forza motrice destinata a dare moto ad un opificio laniero”, su progetto dell’ingegner Maglioli di Biella. L’attività fu esercitata dai fratelli Pietro e Carlo Zignone fino al 1900, dopo la improvvisa e prematura morte di quest’ultimo che lasciò la moglie Felicita Tonella sola con cinque figli tutti minorenni, il lanificio venne affittato ad Anselmo Giletti, Nel 1912 i fratelli Zignone ripresero l’attività in società con i fratelli Ferla, e successivamente con altri imprenditori, fino al 1965. Nel 1927, quando gli occupati arrivarono a superare le centocinquanta unità, l’alluvione del torrente Ponzone causò gravi danni all’edificio. Nel 1966 il lanificio venne acquistato da Carlo Beretta e utilizzato come deposito fino all’alluvione del 1968, che danneggiò gravemente il piano seminterrato, poi nel 1991 l’imprenditore lo donò al DocBi, Centro Studi Biellesi, un’associazione di volontariato attiva nel Biellese in campo culturale a partire dal 1985. L’edificio, che occupa una superficie di circa tremila metri quadrati su quattro piani, è caratterizzato dall’originale sistema teledinamico di trasmissione dell’energia, l’unico conservato in Italia. L’acqua del torrente Ponzone era opportunamente incanalata e condotta all’edificio che ospitava la turbina, mentre il salto d’acqua imprimeva al rotore il movimento trasportato per ottanta metri alla grande ruota della fabbrica mediante un cavo d’acciaio. Il volano in lega metallica a sua volta metteva in moto un albero di trasmissione orizzontale principale al quale erano connessi altri due alberi ai piani superiori, il movimento raggiungeva i macchinari per mezzo di pulegge e cinghie.

Nella fabbrica, oggetto di un intervento di recupero particolarmente attento alla conservazione di ogni aspetto originario, è ospitato il “Centro di documentazione dell’industria tessile” costituito da una biblioteca specializzata, ricca di oltre 1500 volumi il cui nucleo originario si deve alla donazione dei libri appartenuti al Comm. Mario Sodano e da un archivio nel quale sono confluiti i molti fondi acquisiti dal DocBi, riordinati e messi a disposizione dei ricercatori. Nella fabbrica sono allestite ogni anno mostre temporanee tra cui vanno ricordate “Forza motrice”, “Le fabbriche e la foresta”, “La fabbrica e la sua immagine”, “La lana e il fuoco”e programmati convegni su argomenti relativi al tema del patrimonio industriale, inoltre è possibile sperimentare fisicamente l’arte laniera attraverso i corsi di filatura e di tessitura manuale tenuti da personale qualificato con attrezzatura ricostruita su modelli d’epoca. Purtroppo un approccio assai diverso da quello seguito a Terni per la SIRI, che ha visto la demolizione di numerosi edifici storici per far posto ad un centro commerciale.

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