Il ponte, noto anche come ponte di S. Michele o ponte Rothlisberger, fu costruito tra il 1887 ed il 1889 dalla Società Nazionale delle Officine Savigliano su progetto dell’Ingegnere svizzero Julius Rothlisberger (1851-1911), all’epoca capo ufficio tecnico delle Officine di Savigliano, sopra una gola che il fiume Adda forma in località Paderno d’Adda. Inaugurato contemporaneamente alla Tour Eiffel, è unanimemente considerato come un vero e proprio simbolo dell’archeologia industriale in Italia e una delle più interessanti realizzazioni dell’ingegneria italiana nell’Ottocento. La prima ipotesi progettuale, che prevedeva un ponte a più piloni, con travatura in ferro ma a struttura rettilinea, era stato affidato alla Società per le Strade Ferrate Meridionali, già incaricata della costruzione del tracciato ferroviario. In conseguenza della manifestazione di interesse per la realizzazione da parte di alcune società attive all’epoca furono presentati quattro progetti, tra i quali il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici scelse la soluzione delle Officine di Savigliano, chiedendo la modifica della prima ipotesi progettuale, ovvero l’allungamento della corda dell’arco da 145 a 150 metri, e della lunghezza della travata da 224 a 266 metri. La Società Nazionale delle Officine di Savigliano dal 1885 al 1886 aveva realizzato ponti sull’Adda a Trezzo, sul Po a Casale Monferrato, sul Tanaro ad Asti. Il 22 gennaio 1887, a Roma, fu firmato il contratto, secondo il quale le Officine si impegnavano a eseguire l’opera in 18 mesi, ad un costo di 1.850.000 lire per il ponte, somma alla quale si aggiungevano 128.717,50 lire per le trincee di accesso. Sostanzialmente identico al viaduc de Garabit, realizzato appena quattro anni prima in Alvernia da Gustave Eiffel, è un’opera a carattere sperimentale, in quanto tra le prime realizzazioni ad impiegare la teoria dell’ellisse di elasticità. Il progetto si collocò nel complessivo piano di riordino della rete ferroviaria italiana, che all’epoca era gestita da gruppi di piccole e medie società. La rete ferroviaria italiana era tutta da riprogettare, le tre principali aree geografiche del paese erano di fatte divise, mentre le due isole maggiori non avevano una rete ferroviaria. In Lombardia la prima linea ferroviaria, la Milano Monza, era stata inaugurata nel 1840.