Il giacimento di lignite di Buonacquisto fu scoperto durante lo svolgimento di lavori agricoli sui terreni della Famiglia Blasi, nel 1918 iniziò la coltivazione, realizzata a cielo aperto, in modo assai poco razionale. Il 18 novembre dell’anno seguente, con decreto del Commissario Generale per i Combustibili Nazionali, la Società Anonima Mineraria Capitale e Lavoro dell’imprenditore romano Aldo Battistoni, ottenne la concessione per lo sfruttamento minerario ed iniziò i primi lavori di trivellazione. Gli occupati durante il periodo bellico raggiunsero le 250 unità, i minatori, che provenivano anche da regioni come la Sicilia e la Sardegna, alloggiavano presso il Castellone, vecchia casa colonica di proprietà dei Blasi, di cui rimangono oggi i ruderi. In parallelo alle coltivazioni a cielo aperto, con la prospettiva dell’esaurimento degli strati di lignite superficiale, iniziarono le indagini sotterranee, che nel 1919 portarono alla realizzazione della prima galleria, denominata “Vecchia Miniera” e nel 1922 della “Galleria del Nord”, da cui si svilupparono in seguito numerose diramazioni. All’inizio degli anni Trenta l’attività visse momenti difficili, ma riprese con rinnovato vigore nel 1935, quando alla Società Anonima Mineraria Capitale e Lavoro subentrò la Società Anonima Mineraria di Piediluco, che alla fine di quel decennio costruì una fornace per la produzione di calce bianca, prodotta a partire dal calcare estratto da due cave vicine alla miniera e cotta grazie alla lignite. Il complesso degli impianti annoverava ormai 1.000 m2 di capannoni, comprendenti officina, falegnameria, uffici, spogliatoio, refettorio e 9.000 m2 di piazzali. Il sito, posto a quota 700 m circa, era servito da una ferrovia Decauville, che aveva uno sviluppo complessivo di 1.200 m e permetteva il trasporto del combustibile fossile fino al piano inclinato realizzato sulle pendici del monte Posatore, servito da un cassone automotore che scendeva fino al piano di Valle Avanzana, dove una apposita struttura in calcestruzzo, per mezzo di scivoli, effettuava il carico dei camion. In precedenza il trasporto era affidato ai muli, che terminavano il loro lavoro in località Vecchia Osteria, dove si trovavano alcune capanne adibite allo stoccaggio della lignite che, grazie alla stazione ferroviaria di Piediluco, giungeva a Terni per essere consegnata alle industrie locali ed alle fornaci Briziarelli e Tacconi. L’immediato dopoguerra (1950) si aprì con l’entrata in scena dell’imprenditore Torlonio Noceta, che mutò la denominazione in Società Anonima Mineraria di Piediluco ed intraprese nuove ricerche, coronate da successo, che resero necessaria la realizzazione di due nuove discenderie attrezzate con argani, accompagnata dalla contemporanea riorganizzazione dell’attività. Nonostante ciò, il notevole aumento della produzione mondiale di petrolio, determinò un cospicuo ridimensionamento dell’estrazione di carbone e la cessazione di quella di lignite sul tutto il territorio nazionale, cui non sfuggì la miniera di Buonacquisto, che chiuse nel 1957.