La centrale idroelettrica Liste di Ferro fa parte dello schema Acquedotto di Scillato, di proprietà della Società Anonima Acquedotto Palermo, oggi AMAP, composto da quattro impianti posti in serie: Arduino, Giambardano e Liste in territorio di Collesano, Marmaro in quello di Termini Imerese; la potenza complessiva installata era di 608,5 kW pari a 456 kWe. Dei tre impianti gemelli siti in territorio di Collesano, descriviamo l’officina Liste. Il corpo di fabbrica si compone di due piani fuori terra e uno interrato. Il piano interrato conserva le condotte, una era in ingresso alla turbina e ripartiva dallo scarico della medesima raccogliendo le acque turbinate, l’altra corre parallelamente e funge da by-pass attraverso l’azione su delle saracinesche, una delle quali fungeva anche da organo di intercettazione. Il piano terra ospita la sala macchine con al centro il gruppo turbo-alternatore con relativo regolatore tachimetrico mosso tramite cinghia. La turbina installata è a reazione, tipo Francis, prodotta dalla Ansaldo San Giorgio di Genova. Questa turbina non è l’originale, in quanto venne installata in sede di revamping nel 1960 assieme al generatore sincrono da 170 kVA, eccitatrice e regolatore. I dati di targa della turbina riportano una potenza di 136 kW, salto motore di 23 metri e portata di 720 l/s. Per quel che concerne il quadro di comando, misura e parallelo, questo non è più presente in quanto asportato per far posto alle attrezzature elettromeccaniche di una vecchia cabina di trasformazione dell’ ENEL. Il piano superiore, accessibile mediante scala esterna, era l’alloggio del personale in servizio all’impianto. Ancora presenti gli isolatori passa-muro per l’uscita e l’entrata della linea trifase, poichè l’impianto era in parallelo con altre officine di produzione. Il manufatto è censito, insieme agli altri, nell’elenco patrimoniale dell’AMAP come “manufatto ex centralina elettrica”: un’officina elettrica insomma, un fabbricato industriale adibito alla produzione di energia elettrica. L’esercizio era affidato alla società elettrica Russo di Termini Imerese (PA) che acquisì le centraline nel 1911. Sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia del 16 ottobre 1933, la S.A.A.P. chiedeva il rinnovo della concessione di derivazione della portata di 700 litri d’acqua al secondo per la produzione di 747 HP di forza motrice. La S.A.A.P., proprietaria dell’acquedotto, concedeva l’utilizzo della derivazione alla Russo, dietro il pagamento di un canone annuo; la durata della concessione era di 70 anni decorrenti dal 1930. La produzione elettrica di fatto cessò nel 1962 a seguito della nazionalizzazione del settore elettrico in Italia; solo due anni prima era avvenuto il revamping. Alla dismissione dell’impianto la turbina è stata by-passata rendendo diretto il collegamento della condotta dell’Acquedotto Scillato che scorre nel locale sottostante la sala macchine e di cui, ancor oggi, è possibile udire distintamente il fragore dell’acqua fluente verso Palermo. Sorte analoga ebbero gli impianti posti a monte dell’officina Liste e quindi Giambardaro (Q=720 l/s; H=25 m; P=240 HP; Pe=186 kVA-148,8 kW) e Arduino (Q= 720 l/s; H= 32 m; P= 307 HP; Pe= 240 kVA; 190 kW). Questi monumenti invisibili del lavoro oggi sono in agonia seppur in grado di rinascere sotto due diversi profili: Energetico e Culturale/Didattico. Il primo concerne nel recupero energetico su acquedotti in attuazione di strategie di sviluppo sostenibile mentre il secondo si può perseguire con la creazione di un polo didattico dell’acqua.