Segno visivo dello sviluppo industriale moderno delle Alte Madonie è il molino e pastificio Pucci & Calascibetta, oggi Castagna, costruito a Petralia Sottana agli inizi del ‘900. Uno stabilimento all’avanguardia per il tempo ed il luogo in cui sorse: motori idraulici ed idroelettrici, molino a cilindri e pastificio termo-meccanico brevettato. La portata fluida derivata si riferiva al riconoscimento del diritto d’uso spettante agli antichi molini: Purgatorio, Miss Arianna, Ponte Nuovo, Pagliaio e Fico. La ditta Pucci e Calascibetta poteva derivare acqua dal fiume Imera Meridionale dopo la confluenza del torrente Catarratti tramite una presa diretta dallo scarico del molino così detto Soprano e tramite un’ altra presa sussidiaria nel fiume per una portata media di moduli 1,65 (165 l/s) al fine di produrre con un salto utile di 47,20 m. la forza nominale media di 103,80 HP impiegata in uno stabilimento di molitura e pastificio, di cui 97,58 HP erano afferenti al diritto d’uso antico delle acque per i vecchi molini Purgatorio, Miss Arianna, Ponte Nuovo. Complessivamente la portata di concessione era nella misura massima di 250 l/s e minima di 80 l/s: mediamente 165 l/s. L’acqua confluiva nella “gorga” (vasca) di don Moffo che serviva da accumulo con una capacità utile di 5.000 m3, pari alla somma delle capacità dei bacini di carico delle centrali Catarratti e Paratore poste a monte che lavoravano prettamente nelle ore serali e notturne. Dalla “gorga” di Don Moffo, l’acqua giungeva ad una vasca di carico di dimensioni minori, 600 metri cubi, e da questa, tramite condotta forzata che attraversava in cunicolo la SS120, giungeva negli scantinati dello stabilimento ove trovano posto le turbine. La modulazione della portata avveniva manualmente agendo sulle saracinesche poste a monte dello stabilimento e limitrofe al piccolo bacino di carico, in un locale adibito a tal scopo. Negli scantinati sono ancor oggi presenti i resti dei motori idraulici: uno presenta due giranti di tipo Pelton calettate sullo stesso asse di rotazione, soluzione non proprio ideale visto che era preferibile aumentare il numero di ugelli per parzializzare la portata anche se l’affiancamento di due Pelton può giustificarsi per mantenere bilanciato l’albero (soluzione adottata molti anni fa quando i costi della macchina non interessavano più di tanto). L’altro motore idraulico è ormai privo della girante Pelton; visibili i supporti dell’asse a cui erano calettati gli organi di trasmissione del moto ai laminatoi sovrastanti. Come detto, le turbine mancavano di regolatori tachimetrici che parzializzano la portata in funzione del carico; la regolazione risultava pertanto empirica poiché effettuata manualmente da un operatore che agiva sulle valvole al fine di mantenere costante il numero di giri all’asse. Ciò ingenerava dei regimi di rotazione irregolari che, al subentro nella proprietà dei Castagna, furono risolti adottando, al posto di motori idraulici, dei motori endotermici Ganz alimentati ad acetilene.